La generosità è il vero talento che emerge dall’esordio autobiografico di Roberto Florindi condiviso con un alter ego in funzione di narratore e una personalità che si sviluppa per gradi, per tentativi e a tappe forzate. È il Misternessuno che si sente “buffo”, ma che in realtà sarebbe più appropriato dire goffo. Le titubanze di un adolescente dell’hinterland milanese, le scoperte di un ragazzo spedito a collaudare impianti farmaceutici ai quattro angoli del mondo, le emozioni adulte di fronte alle sconfitte e ai fallimenti, ma anche alle gioie e alle rivincite, vengono descritte con un tono informale, accattivante e senza particolari complessità. È chiara l’intenzione di condividere un’esperienza toccante: Misternessuno si eleva di fronte alle difficoltà come uno spirito indomito a cui serve spazio e tempo per mostrarsi. Avviene nel momento più drastico, un licenziamento improvviso e imprevisto, che chiude una porta, ma spalanca altri orizzonti che partono da un’antica passione, il nuoto, arrivano ad affrontare la disabilità e per finire alle magie radiofoniche. Gli inizi sono complicati: Misternessuno è ancora nell’ombra, anche se davanti alle limitate possibilità e a un destino già segnato, ha le idee molto chiare ed è molto giovane quando dice: “Io non volevo andare in fabbrica. Ecco cosa sicuramente non volevo fare”. Prova il calcio, la piscina, gli alpini e gli aneddoti si susseguono uno dopo l’altro, anche un dubbio lo circonda e lo ammette senza paura: “Non combinavo mai nulla, ma tutti mi davano delle responsabilità”. È una metamorfosi difficile, piena di incognite e di svolte repentine. I primi passaggi importanti avvengono nei viaggi di lavoro che per Misternessuno costituiscono l’opportunità per uno sguardo sul mondo: prima a Londra, poi in Etiopia, Cile, India e in lungo e in largo per l’Europa, le trasferte sono opportunità per spalancare gli occhi e per misurare i propri limiti. I contrasti diventano scintille di energia quando si trova a confrontarsi con tradizioni, usanze, costumi e regole diventano relativi rispetto alle emergenze emotive di Misternessuno che è sensibile ed è ancora nel pieno corso di “un fiume in piena, un’insoddisfazione continua, una ricerca della felicità che sembrava sfumare di giorno in giorno”. Poi, in un giorno qualsiasi, l’azienda per cui aveva preso un aereo dopo l’altro, circumnavigando per anni il globo terrestre, gli indica la porta nel giro di mezz’ora, senza appello. Capolinea. Non sarà né l’ultima né l’unica occasione che metterà Misternessuno alla prova, ma proprio in quel brutale momento, questa figura parallela coltivata con assiduità svela tutte le sue potenzialità. Come scrive Carlo Oriani nella prefazione “il vero talento, forse, non è quello che ci rende eccezionali agli occhi degli altri, ma quello che ci fa sentire a casa dentro noi stessi”, e per Misternessuno è ora di ricominciare daccapo e di ritornare all’inizio. L’acqua è una scelta naturale e la piscina diventa il nuovo, antico habitat da cui decollano dozzine di propositi, iniziative e incontri. È quello il momento in cui, finalmente, Misternessuno si aggrappa alla felicità, che è sempre una creatura delicata e sfuggente, per cui lasciatevi raccontare come è successo: potrebbe essere contagioso.
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